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Creme cortisoniche: quando usarle, come evitarne gli abusi



Le creme a base di cortisone (dette anche corticosteroidi topici) sono tra i farmaci dermatologici più prescritti al mondo.

Potenti e rapide nel ridurre infiammazioni, pruriti e arrossamenti, rappresentano un valido alleato in numerose condizioni cutanee.

Ma l’uso scorretto, prolungato o senza controllo medico può trasformarle in un’arma a doppio taglio.

Nelle seguenti righe approfondiamo quando è corretto utilizzare una crema cortisonica, quali sono i principali rischi legati all’abuso e come inserirla in modo sicuro in una routine dermatologica, soprattutto per chi ha la pelle sensibile, reattiva o incline a dermatiti croniche.


Cosa sono le creme cortisoniche

Le creme cortisoniche contengono corticosteroidi sintetici, derivati del cortisolo (un ormone naturalmente prodotto dalle ghiandole surrenali), che agiscono sulla pelle per:

  • Ridurre l’infiammazione
  • Bloccare la risposta immunitaria locale
  • Attenuare prurito, gonfiore e rossore

Sono disponibili in diverse potenze, dalla classe I (molto forte) alla classe IV (lieve), e vengono scelte in base alla patologia, all’età del paziente e alla zona da trattare.


Quando è indicato usare una crema cortisonica

L’utilizzo delle creme cortisoniche è indicato in caso di malattie infiammatorie della pelle, come:

In queste situazioni, il cortisone topico riduce velocemente i sintomi e migliora la qualità di vita, se usato per un periodo limitato e sotto controllo medico.


Dove e come si applicano le Creme cortisoniche

Le regole d’uso variano a seconda del tipo di crema e dell’area da trattare. Ecco alcune indicazioni generali:

  • Quantità: si misura in FTU (fingertip unit), cioè la quantità che esce da un tubetto lungo quanto l’ultima falange del dito indice.
  • Frequenza: in genere 1 o 2 volte al giorno, per un periodo limitato (5–7 giorni, salvo diversa prescrizione).
  • Zone delicate: su viso, inguine, palpebre o ascelle si usano solo cortisonici di bassa potenza e per tempi molto brevi.
  • Infezioni: non si applicano su cute infetta a meno che non siano associati ad antibatterici/antimicotici.

Effetti collaterali da abuso delle Creme cortisoniche

Quando usati troppo a lungo, in modo errato o senza indicazione medica, i cortisonici topici possono provocare:

  • Assottigliamento cutaneo (atrofia): la pelle diventa più fragile, traslucida e soggetta a lesioni
  • Capillari visibili (telangectasie): specialmente su viso e aree sensibili
  • Effetto rebound: interruzione brusca dopo uso prolungato può causare ricadute peggiori
  • Dermatite periorale o rosacea steroidea: reazioni paradossali con arrossamento e pustole, specie sul volto
  • Irsutismo locale: crescita di peli nelle zone trattate
  • Assorbimento sistemico: raro, ma possibile in bambini o su superfici molto estese

Per questo motivo è fondamentale non auto-prescriversi cortisonici e non utilizzarli per periodi lunghi senza controllo.


Come evitarne l’abuso delle creme al cortisone

Per utilizzare le creme cortisoniche in modo corretto e sicuro, è importante seguire alcune regole fondamentali che riducono il rischio di reazioni indesiderate e complicanze a lungo termine:

  • Usale solo se prescritte dal medico: anche se hai già avuto sintomi simili in passato, ogni infiammazione cutanea può avere cause diverse. L’autodiagnosi espone al rischio di trattare erroneamente patologie che necessitano approcci differenti.
  • Rispetta dosi e durata indicate: non prolungare la terapia oltre quanto stabilito, anche se i sintomi persistono. I cortisonici non vanno mai usati come soluzione “cronica” senza supervisione. Se i miglioramenti sono lenti, va rivalutata la terapia, non estesa arbitrariamente.
  • Non sospendere bruscamente dopo un uso prolungato: la sospensione improvvisa può scatenare l’effetto rebound, cioè un ritorno della dermatite in forma peggiorata. In questi casi, il dermatologo può indicare un piano di riduzione graduale.
  • Evita il “fai da te” nei bambini: la pelle pediatrica è più sottile e assorbe più facilmente i principi attivi, aumentando il rischio di effetti sistemici. Qualsiasi trattamento deve essere monitorato da uno specialista.
  • Alterna con creme lenitive o riparatrici: durante le pause terapeutiche, è utile utilizzare prodotti che rafforzino la barriera cutanea come quelli a base di ceramidi, niacinamide, pantenolo o avena colloidale. Questo riduce la necessità di tornare al cortisone troppo spesso.
  • Segui con attenzione il follow-up dermatologico: soprattutto per patologie croniche (come dermatite atopica o psoriasi), il monitoraggio regolare è essenziale per adattare le terapie, prevenire abusi e impostare strategie di mantenimento a lungo termine.

Un uso consapevole e controllato dei corticosteroidi topici permette di sfruttarne tutti i benefici, riducendo al minimo i rischi. La chiave è sempre il dialogo costante con il proprio dermatologo di fiducia.


Creme cortisoniche e skincare: è possibile combinarle?

Sì, ma con estrema cautela. La skincare deve essere semplificata durante il trattamento, evitando prodotti potenzialmente irritanti.

Ecco una routine consigliata:

  • Detergente delicato senza tensioattivi aggressivi
  • Applicazione del cortisonico sulle zone interessate
  • Crema idratante barriera su tutto il viso o corpo, anche sopra il cortisonico se prescritto
  • Nessun attivo esfoliante o retinoide durante il trattamento

Al termine della terapia, si può gradualmente reintegrare una routine più completa, ma sempre in accordo con il dermatologo esperto.


Quando rivolgersi al dermatologo se la pelle peggiora con la crema cortisonica

Sebbene le creme cortisoniche siano efficaci nella gestione di molte condizioni dermatologiche, ci sono situazioni in cui è fondamentale sospendere l’autotrattamento e rivolgersi a uno specialista.

  • I sintomi non migliorano dopo 5–7 giorni: se l’infiammazione persiste o si ripresenta subito dopo la sospensione della crema, potrebbe essere necessaria una diagnosi alternativa o un trattamento diverso. Prolungare l’uso del cortisone senza controllo può peggiorare la condizione.
  • Il rossore peggiora o compaiono vescicole, pustole o croste: queste manifestazioni possono indicare una dermatite da contatto indotta dal farmaco stesso, oppure una sovrainfezione batterica, micotica o virale, che necessita di terapia mirata.
  • Desquamazione, bruciore o prurito insolito: se la pelle mostra segni di deterioramento strutturale (come screpolature, assottigliamento, prurito continuo o ipersensibilità) nonostante la crema, ciò suggerisce che la barriera cutanea è danneggiata e va ristabilita con altri approcci terapeutici.
  • Difficoltà a interrompere il trattamento: alcune persone sviluppano dipendenza da corticosteroidi topici, con peggioramento immediato alla sospensione. In questi casi serve una strategia di “tapering” graduale e l’introduzione di trattamenti sostitutivi.
  • Presenza di macchie scure, pelle fragile o capillari visibili: sono segni di uso cronico non adeguatamente monitorato e richiedono una valutazione per evitare danni permanenti.

Rivolgersi tempestivamente al dermatologo è il modo migliore per correggere eventuali abusi, prevenire complicazioni e impostare una cura efficace e personalizzata.

Non aspettare che il problema si aggravi: la pelle, specie se già compromessa, va ascoltata e seguita con attenzione.


Le creme cortisoniche sono uno strumento prezioso in dermatologia, ma vanno usate con rispetto e conoscenza.

Il loro abuso può creare danni difficili da risolvere, soprattutto su pelli già fragili o problematiche. L’approccio migliore? Usarle solo quando necessario, con le giuste precauzioni, e sempre sotto guida medica.